Noi stiamo a casa con Fodè.
Dallo scorso novembre condividiamo casa nostra a Mirano con Fodè, un ragazzo giovanissimo che è arrivato in Italia da minorenne. Fodè è molto intraprendente e proprio in concomitanza con l’inizio della convivenza ha trovato un tirocinio presso lo “Scatolificio Veneto”, a pochi chilometri da casa. Fodè non ha avuto problemi ad ambientarsi ed è stato accolto con gioia dai nostri amici. Anche noi abbiamo avuto modo di conoscere i suoi e passare del tempo tutti insieme, ad esempio una sera prima di Natale ci siamo ritrovati con alcuni dei suoi amici dall’ora di merenda a dopo cena e abbiamo finito la serata in allegria con danze senegalesi. Prima dell’inizio dell’emergenza sanitaria, Fodè si era iscritto a scuola guida dove frequentava i corsi serali che ha dovuto però abbandonare con l’arrivo del Covid-19. Inoltre, questo virus ha purtroppo costretto l’azienda, per la quale lavora, a sospendere tutti i tirocini e Fodè si è ritrovato ha passare più tempo a casa con il mio compagno Massimo che è rimasto, anche lui, a casa dal lavoro. Per non annoiarci abbiamo organizzato un programma di attività giornaliera in casa e in giardino/orto. Questi mesi di quarantena ci hanno dato il tempo di effettuare piccole riparazioni che erano state messe in stand-by da mesi e a volte da anni.
La stagione primaverile, quest’anno particolarmente fiorente, non chiedeva altro che di mettere mano a tosaerba, decespugliatori, cesoie, vanghe, zappe ecc. Insomma, avremo un orto e un giardino invidiabili! Intendiamoci, non facciamo mica le levatacce, ci si alza fra le 8 e le 9 del mattino e senza stress svolgiamo i lavori del giorno. Fodè ci aiuta volentieri e dopo il pranzo si rilassa chattando, videochiamando, dormendo, insomma fa le cose tipiche degli adolescenti. A volte nell’obiettivo del suo smartphone finiamo anche noi ed inevitabilmente si finisce a condividere qualche sua amicizia. Nel pomeriggio io e lui ci dedichiamo alle lezioni dell’autoscuola, ci esercitiamo facendo un paio di batterie di quiz, studiare per la patente comporta anche lo studio della lingua italiana. Fodè parla con facilità la nostra lingua ma la terminologia utilizzata nel libretto dell’autoscuola e nei quiz per l’esame della patente è spesso astrusa ed incomprensibile. Generalmente questa tortura finisce dopo un’ora e mezza o due con la corsetta liberatoria nella strada sterrata davanti a casa: più la seduta è stata faticosa e più numerose sono le andate-e-ritorni lungo la sterrata.
Fodè, però preferisce in assoluto darsi da fare in cucina; più che la banale cottura di pasta o riso o bocconcini di pollo che preparava per il pranzo in fabbrica e che talvolta prepara anche adesso, gli piacciono ricette più originali e di maggiore soddisfazione, come gli gnocchi o il pane. La manualità non gli manca, ci mette davvero una grande passione che dimostra una “vocazione” che meriterebbe in futuro –chissà- di essere assecondata e coltivata.
Poi ci sono i passatempi extra: ordinaria amministrazione come il taglio dei fittissimi capelli da parte di Maurizio, l’uscita autocertificata in bici in tabaccheria per la ricarica telefonica; ma anche la straordinaria amministrazione, come per esempio la partecipazione all’appello per il salvataggio dei profughi nel Mediterraneo a seguito della chiusura dei porti italiani e altri imprevisti che riempiono le giornate.
Siamo fortunati di aver passato queste giornate così insolite insieme, qui con noi Fodè può trascorrerle all’aperto e in movimento. Noi, grazie alla sua compagnia ci manteniamo attivi inventandoci ogni giorno nuove cose da fare, senza indulgere alla pigrizia o al pessimismo. Ieri è finito il Ramadan, vissuto da Fodè con contagiosa energia e leggerezza. Anzi, col suo accattivante sorriso ha convinto Maurizio a digiunare con lui per un giorno. E allora, per la fase 2 o ancor più per la fase 3, che dire? Inshallah!