Silvia, Pierpaolo, Ibrahim: scambio e dialogo, anche nella diversità

«Dopo esserci registrati sul sito, siamo stati contattati telefonicamente e una volta appurato il nostro interesse nel proseguire con l’accoglienza, ci è stato presentato Ibrahim. Ci siamo piaciuti subito, queste cose nascono anche con un po’ di chimica. Forse lui era più spaventato di noi, ci ha raccontato a posteriori di provare un po’ di imbarazzo all’idea di andare a vivere a casa di persone che non conosceva. In quel primo incontro abbiamo cercato di rassicurarlo, con una raccomandazione. Non tacere mai problemi, esigenze o necessità».Silvia e Pierpaolo, coppia brianzola, non sono nuovi a questo tipo di esperienza: “Abbiamo ospitato per tre anni, nel periodo estivo, un ragazzo proveniente dalla Bielorussia. Refugees Welcome Italia è sembrata una bella idea di apertura della famiglia, di condivisione del tempo, degli spazi, delle attività. Un modo per dare una chance a qualcuno” sottolinea Silvia.

Un percorso non solo di tipo affettivo, ma anche professionale e di formazione. “Abbiamo provato a costruire con Ibrahim un progetto che lo renda autonomo. Non sarà una strada rapida.  E’ un ragazzo serio, collaborativo e con dei sogni da mettere a fuoco. Ha ricominciato a studiare, ha fatto un corso per mulettista, a settembre ha iniziato un secondo ciclo di scuola di italiano e ora ha trovato una borsa lavoro della durata di sei mesi».

Poi c’è un arricchimento culturale, anche nelle diversità. «Siamo credenti e praticanti di due religioni diverse e abbiamo parlato molto di questi aspetti. C’è un continuo scambio e dialogo”.

 

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