Regolarizzazione: le proposte per renderla più efficace.

Il governo ha approvato il cosiddetto Decreto rilancio che prevede una misura per regolarizzare i cittadini stranieri lavoratori in Italia.

Si tratta sicuramente di un passo avanti, importante, verso una piena tutela dei diritti e della dignità di tantissime persone che vivono nel nostro Paese da “invisibili”, in condizioni di sfruttamento e marginalità.

Tuttavia, si sarebbe potuto fare di più, estendendo la misura ad altri settori, oltre a quelli dell’agroalimentare, del lavoro domestico e dei servizi di cura, e prevedendo criteri meno stringenti per ottenere il permesso di soggiorno di sei mesi per ricerca lavoro. Attualmente, infatti, questa possibilità, secondo quanto stabilito dal comma 2,  è prevista solo per le persone il cui permesso di soggiorno è scaduto dal 31 ottobre 2019 e che siano in grado di dimostrare di aver avuto esperienze lavorative pregresse nei settori toccati dal decreto. Quest’ultima misura, quindi, consentirà solo ad una piccola percentuale delle persone di regolarizzare la propria posizione, mentre la maggior parte di loro continuerà a rimanere  in Italia in una situazione di irregolarità o precarietà giuridica. Continueremo ad impegnarci per portare avanti una proposta più ampia che possa portare ad una riforma del sistema dell’attuale legislazione sull’immigrazione, puntando non solo all’emersione dell’irregolarità ma eliminando le condizioni che concorrono a crearne nuova.

Nei giorni scorsi, in collaborazione con 250 organizzazioni e professionisti del settore immigrazione e asilo abbiamo realizzato un documento congiunto con una serie di proposte per il legislatore, anche in vista della discussione in Parlamento del provvedimento.

Siamo davanti a un’emergenza dalla triplice dimensione: sanitaria, sociale ed economica. Nell’attuale emergenza sanitaria mondiale dove è impossibile il movimento delle persone, anche per il ritorno nei Paesi di origine, per effetto della chiusura dei confini di moltissimi Paesi, è oggi più che mai necessario che il Governo e il Parlamento italiano promuovano una regolarizzazione dei cittadini stranieri presenti in Italia perseguendo due obiettivi oggi imprescindibili: l’emersione dall’invisibilità di migliaia di persone che vivono e/o lavorano nel territorio italiano ed una conseguente migliore tutela della salute personale e pubblica. Lasciare centinaia di migliaia di persone in condizioni di invisibilità, e di forzata indisponibilità ad effettuare uno screening sanitario, potrebbe comportare conseguenze disastrose per l’intera società, che vanno impedite adottando, come prima misura urgente, quella di consentire l’accesso al sistema sanitario, attraverso la regolarizzazione della loro presenza sul territorio.

Non bisogna dimenticare che la maggior parte dei migranti lavoratori irregolari sono sottoposti a lavoro paraschiavistico e al caporalato. Regolarizzarli darebbe loro la possibilità di svincolarsi dallo sfruttamento. Inoltre, se a questa misura si aggiungesse la possibilità di un permesso per ricerca lavoro o attesa occupazione, valido per tutto il periodo dell’emergenza per chi non ha oggi un lavoro, renderebbe regolari gran parte di quanti sono stati espulsi dal sistema di accoglienza, sono in attesa del riconoscimento della protezione (denegati ma ricorrenti), o sono in qualsiasi altra condizione che nella situazione attuale impedisce loro sia di rientrare nei propri paesi che di integrarsi attraverso il lavoro, anche a causa dell’abolizione del permesso di soggiorno per motivi umanitari.

La regolarizzazione non è un’opzione, ma una necessità che non può, tuttavia, essere effettuata sulla base di un permesso avente durata di pochi mesi.

Proponiamo di:

  • Estendere la regolarizzazione anche ad altri settori economici oltre quello agro-alimentare, includendo il settore turistico alberghiero, la ristorazione, la logistica e l’edilizia;
  • Estendere la finestra temporale per presentare la domanda;
  • Permettere che anche gli stranieri in possesso di un titolo di soggiorno regolare (e che magari già consente l’accesso al lavoro come nel caso dei richiedenti asilo) possano ottenere un permesso di soggiorno per lavoro, accedendo al provvedimento di regolarizzazione;
  • Prevedere che il lavoratore straniero regolarizzato possa cambiare mansione e settore di attività e che, in caso di perdita del posto di lavoro possa iscriversi nelle liste di collocamento per il periodo di residua validità del permesso di soggiorno, e comunque per un periodo non inferiore ad un anno. Ciò al fine di permettere alle persone di sottrarsi a condizionamenti derivanti da condizioni di lavoro inique o vessatorie, dare stabilità al lavoratore straniero e favorire una generale mobilità del lavoro.
  • Prevedere il rilascio di un permesso di soggiorno per “ricerca occupazione” valido per tutto il periodo dell’emergenza per chi non ha oggi un lavoro, che  finalmente svincoli la persona straniera da possibili ricatti o dal mercato dei contratti che hanno contraddistinto tutte le pregresse regolarizzazioni.

Il documento integrale è consultabile qui

Condividi: