Una occasione per passare un po’ più di tempo assieme.

Massimo e Roberta sono una coppia di Roma. Da ottobre 2019 ospitano nella loro casa, dove vivono assieme ai loro figli, Saif, un giovane rifugiato iracheno di 22 anni. Abbia mo chiesto loro come sta andando questo periodo di convivenza in quarantena.

“Tutto sommato, bene. Eravamo un po’ preoccupati, all’inizio, che la convivenza forzata potesse far emergere tensioni che fino ad allora non si erano manifestate. Invece si è trasformata in un’occasione per passare un po’ più di tempo insieme. 

Saif torna la mattina presto dal forno. Mentre prima non trovava nessuno perché noi solitamente usciamo sempre prima che lui torni, ora al suo ritorno ci trova a casa e ci possiamo salutare (e mangiare i pan goccioli che ci porta dal forno ancora caldi!). La mattina lui si riposa, mentre noi lavoriamo e stiamo coi bambini. Poi si pranza tutti insieme. Il pomeriggio lui di solito dorme, dovendo lavorare la notte. Ma a volte capita anche di passare dei momenti insieme nel pomeriggio, che Saif spesso dedica a stare coi bambini a giocare. Prima della quarantena, capitava di pranzare insieme solo la domenica, e neanche sempre. Molto dipendeva da quanto Saif fosse stanco per la notte di lavoro. Ora invece ci godiamo ogni giorno dei bei pranzi tutti insieme, spesso in terrazza approfittando del bel sole. E dopo pranzo lui da sempre una mano a sparecchiare, momento in cui capita di chiacchierare, magari anche di argomenti che non possiamo o non vogliamo affrontare davanti ai bambini. 

E poi, soprattutto, finalmente stanno capitando occasioni in cui cuciniamo insieme: Saif qualche volta prepara il pane a casa, e insieme facciamo la pizza. Infine, i bambini hanno scoperto il magico mondo della playstation di Saif, il quale spesso si offre -povero lui- per farli giocare nella sua stanza!

Saif tende a stare molto da solo, nella sua stanza, durante la giornata. Il che, dal nostro punto di vista è più che comprensibile: per un ventiduenne non dev’essere facile condividere tutto il giorno la casa con due quarantenni e due bambini. Ovviamente a noi quattro capita ogni tanto di dispiacerci quando per un tempo prolungato non ci capita di interagire con lui, nonostante condividiamo tutto il tempo lo stesso tetto. Ma, come detto, lo capiamo (forse più noi, che i bambini…). L’esperienza della quarantena, all’interno della più ampia esperienza dell’accoglienza, ci ha insegnato a ridefinire le nostre aspettative. Questo vale specialmente per quel che riguarda il tempo che ci si aspetta di passare insieme, e che invece si passa separati. Detto questo, Saif a volte è capace di sorprenderci col regalo di compleanno che non ti aspetti, ordinato con largo anticipo per evitare che le restrizioni di questo periodo causassero dei ritardi. O magari facendo la spesa per tutti”.

Massimo e Roberta

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