Il consiglio dei Ministri, dopo la strage di Cutro, svela il peggiore degli esiti con il decreto legge 20/2023 appena pubblicato.

Non c’è nel decreto nessuna riforma per ampliare gli ingressi regolari, dal momento che lo strumento del decreto flussi esiste già da più di vent’anni con i suoi enormi limiti, in quanto si tratta, come è a tutti noto, di procedure per regolarizzare persone che sono già sul territorio nazionale. Anche la modifica della norma sugli ingressi a seguito di corsi di formazione all’estero è una scatola vuota, perché una norma in tal senso già esisteva ma non veniva applicata. Anche se si decidesse finalmente di fare tali corsi, rimane il problema irrisolto di come i lavoratori stranieri verrebbero in contatto, dall’estero, con datori di lavoro italiani disponibili all’assunzione senza aver mai conosciuto i lavoratori. Il provvedimento non presenta nessuna disposizione relativa all’ingresso di persone in cerca di protezione.

Altra norma preoccupante, che rischia di far aumentare i contenziosi giurisdizionali, rallentando il turn-over nel sistema di accoglienza già fortemente compromesso, è quella che modifica la protezione speciale, mirando a ridurne l’applicazione e ricacciando nel limbo dell’irregolarità migliaia di persone, una storia già vista con i decreti sicurezza per la quale ancora oggi scontiamo i danni. Il testo infatti elimina le migliori parti della norma vigente, nelle quali si riconosceva il diritto a una protezione per rispettodella vita privata e familiare di colui che ha radicato la sua vita nel nostro Paese, creando così disperazione e irregolarità per un numero enorme di persone la cui esistenza si cerca di “cancellare”.

Altrettanto grave la prevista limitazione delle tutele giurisdizionali per alcuni casi di espulsione e il rafforzamento della rete di strutture di detenzione amministrativa, per contrastare “l’immigrazione irregolare” che aumenterà grazie anche al nuovo decreto.

Nelle prossime ore e giorni sarà necessario definire in modo urgente un programma di iniziative in rete che possano intervenire intanto sulla conversione in legge del decreto.

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