Mentori per giovani migranti: a Palermo la seconda formazione.
“Ho un punto fermo nella vita: non rimanere indifferente rispetto a quello che succede”.
Cosi si presenta Debora, insegnante palermitana, fra i partecipanti al secondo corso di formazione per aspiranti mentori che si è tenuto lo scorso fine settimana presso i Cantieri culturali alla Zisa, nell’ambito del progetto “Fianco a Fianco” che Refugees Welcome Italia realizza nel capoluogo siciliano assieme ad Unicef.
Assieme a lei altre 15 persone: impiegati, pensionati, lavoratori autonomi, medici, studenti, imprenditori, persone in cerca di occupazione, sia uomini, sia donne, di età compresa fra i 26 e i 65 anni. E’ il secondo gruppo di volontari che è stato formato per dare supporto a giovani migranti arrivati in Italia da soli, senza famiglia, per sostenerli nel loro percorso di inclusione sociale e lavorativa. Tutti pronti a mettersi in gioco. Come Massimo, 55 anni, insegnante: “La principale motivazione è la certezza che l’incontro tra culture sia un pilastro fondamentale dello sviluppo delle comunità. I giovani che si trovano, spesso loro malgrado, a “giocare fuori casa” hanno bisogno di tutto il supporto di chi, invece, si trova nella sua comfort zone. Opero da un decennio come volontario nel settore dell’educazione interculturale e desidero e credo di essere capace adesso di poter fare di più e di poter dare il mio contributo». Oppure Salvatore, 60 anni, pensionato: “Sono pensionato e ho del tempo libero. Non ho mai fatto volontariato attivamente e, vedendo questo progetto, ho pensato che fosse giunto il momento di darmi da fare in prima persona”.
“Ho viaggiato moltissimi anni in diversi paesi del centro America e in India. Ho tempo libero da trascorrere per qualcosa di costruttivo e duraturo. Sono stata straniera e porterò sempre le persone che mi hanno aiutato nel corso delle mie tappe. Credo sia giunto il momento per ricambiare”, ci ha raccontato Silvia, 26 anni, studentessa universitaria.
Oltre l’80% dei minorenni non accompagnati che arrivano in Italia ha un’età compresa fra i 16 e i 17 anni. Si tratta, quindi, di adolescenti che, anche dopo il raggiungimento della maggiore età, continuano ad aver bisogno di essere sostenuti nel loro cammino. Spesso faticano a realizzare il loro potenziale e a mettere in pratica le loro capacità. Le reti di supporto professionale sono fondamentali, ma anche quelle informali possono essere di notevole aiuto e complementari: poter contare su qualcuno che conosca bene il Paese che li ospita e che li aiuti a far fronte alle piccole e grandi sfide che li attendono, può fare la differenza nella loro vita. Sperimentando la figura dei “mentori”, il progetto si propone di mobilitare la società civile affinché abbia un ruolo attivo nel facilitare i processi di inclusione sociale di migranti e rifugiati. Un mentore è un cittadino che, gratuitamente, sceglie di accompagnare un giovane migrante nel suo percorso in Italia, costruendo una relazione di fiducia e mettendo a disposizione le proprie risorse – sociali, relazionali, professionali. Il mentore ascolta, orienta, incoraggia, crea nuove connessioni, condivide conoscenze e competenze, attiva risorse e opportunità, dedica tempo, dà una mano nel risolvere problemi quotidiani.