Apprendiamo con rammarico che, nella giornata di ieri, la Camera dei Deputati ha approvato il rifinanziamento delle missioni militari internazionali, che include il sostegno finanziario alla Libia per oltre 58 milioni di euro, di cui 10 destinati alla formazione e all’addestramento della cosiddetta Guardia Costiera Libica.
A partire dalla firma del controverso Memorandum d’intesa del 2017, gli accordi Italia-Liba intrappolano migliaia di persone in condizioni disumane, senza fermare le morti in mare, finanziando l’adeguamento dei centri di detenzione e il contenimento dei flussi migratori.
Negli ultimi anni, diverse inchieste giornalistiche e delle Nazioni Unite hanno mostrato come la Libia non possa essere considerata un paese sicuro e come nei centri libici i migranti subiscano violazioni dei loro diritti fondamentali. Le autorità libiche continuano a detenere illegalmente migliaia di persone nei centri amministrati dal Direttorato generale per la lotta alla migrazione illegale, dove vengono sottoposte a sfruttamento, lavoro forzato, tortura e altre violenze, inclusi stupri, spesso allo scopo di estorcere denaro alle famiglie in cambio del loro rilascio. I detenuti nei centri vivono in condizioni disumane, di sovraffollamento e mancanza di cibo, acqua e cure mediche. Il deteriorarsi del conflitto li ha esposti a rischi sempre maggiori: a luglio del 2019, un raid aereo ha colpito un centro di detenzione nei pressi di Tajura, sobborgo di Tripoli, causandola morte di 40 persone.
Ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi accordo che finanzi politiche di respingimento e detenzione sulla pelle di essere umani, oggi bloccati in paese in guerra.