È di tre migranti sudanesi uccisi e altri tre feriti, il bilancio di una sparatoria avvenuta la scorsa notte a Khums, est di Tripoli, durante le operazioni di sbarco. I migranti erano stati intercettati in mare e riportati a terra dalla cosiddetta Guardia Costiera libica.
Secondo le ricostruzioni di funzionari internazionali presenti sul posto, le autorità locali hanno iniziato a sparare quando alcuni migranti, scesi da poco a terra, avevano cercato di fuggire. I migranti feriti sono stati portati in ospedali della zona, mentre la maggior parte dei sopravvissuti all’incidente è stata trasferita in centri di detenzione.
L’incidente è l’ennesima dimostrazione di come la Liba non sia un porto sicuro in cui riportare i migranti intercettati in mare. Dall’inizio dell’anno circa 5 mila persone sono state intercettate in mare dalla Guardia Costiera Libica e riportanti nel Paese, dove rischiano di essere detenute arbitrariamente, subire abusi, torture o di essere vendute.
È necessario fermare immediatamente i respingimenti in mare e qualsiasi sostegno a operazioni illegali di questo tipo. Alla luce di quanto accaduto, appare ancora più insensata e grave la decisione del Governo italiano di confermare il sostegno finanziario alla cosiddetta guardia costiera libica, responsabile, come in questa occasioni, di gravissime violazioni dei diritti umani.
Ribadiamo la nostra contrarietà a qualsiasi accordo che finanzi politiche di respingimento e detenzione sulla pelle di essere umani, oggi bloccati in paese in guerra.