“Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti in questo periodo finché non trovo una nuova casa. Sono sempre stato indipendente e non ho mai chiesto aiuto. Ma ora con l’emergenza coronavirus sono in difficoltà e non posso più pagare l’affitto”.
Questo è uno dei tanti messaggi che riceviamo quotidianamente da parte di rifugiati che vivono nel nostro Paese. Per questo, nonostante l’emergenza sanitaria, il nostro lavoro non si ferma. Stiamo adeguando tutte le nostre procedure al nuovo contesto, partecipando allo sforzo collettivo di contenere il virus, senza perdere di vista il nostro obiettivo: aiutare sempre più ragazzi e ragazze in difficoltà a trovare una famiglia italiana che li accolga e una casa in cui vivere.
Se è vero che di fronte al virus siamo tutti uguali, è altrettanto vero che l’epidemia in corso ha reso ancora più evidente la condizione di vulnerabilità in cui si trovano molte persone che vivono in Italia, fra cui i rifugiati. Ogni giorno riceviamo appelli a stare a casa, ma c’è chi una casa non ce l’ha. Il Covid-19 ha aggravato la difficoltà di trovare un alloggio in cui vivere al sicuro: ogni giorno continuano ad essere tanti i rifugiati e le rifugiate che non hanno un posto dove andare. Molti di loro rischiano di trovarsi in una situazione di marginalità che può compromettere i primi passi compiuti per inserirsi nel nostro Paese e, soprattutto, mettere a rischio la loro salute.
Per questo, la nostra ricerca di famiglie accoglienti va avanti, con tutte le precauzioni che le circostanze richiedono. Stiamo mettendo a punto nuove modalità di lavoro che ci consentiranno di realizzare i nostri matching – abbinamenti fra persone disposte ad ospitare e rifugiati in cerca di una casa – in sicurezza, prevedendo degli incontri online e anche dei periodi di quarantena prima dell’avvio delle convivenze.
In queste lunghe settimane, abbiamo tutti sperimentato un soggiorno forzato nelle nostre case. Come avremmo trascorso quel tempo se avessimo avuto l’opportunità di condividerlo con qualcuno che viene da un altro Paese? A questa domanda stanno rispondendo i tanti ragazzi accolti e le tante famiglie che in tutta Italia stanno ospitando un rifugiato, per i quali la convivenza forzata si è trasformata, anche fra qualche difficoltà, in una occasione preziosa di maggiore condivisione e di arricchimento reciproco. Si cucinano piatti di tutto il mondo, si segue un corso di pilates online o si studia l’italiano assieme. E così, ci si conosce ogni giorno un po’ di più. L’accoglienza fa bene a tutti, anche in tempi di pandemia.
Il tuo aiuto è oggi più che mai necessario. A breve, le misure restrittive saranno allentate e alcune attività riprenderanno. Per ripartire, non c’è solo bisogno di ritornare a lavoro, ma anche di impegnarci tutti assieme per costruire comunità più inclusive e solidali che non lascino indietro nessuno.
Aiutaci a dare una casa a chi non ce l’ha. Se hai una camera in più nella tua abitazione e desideri aiutare un rifugiato o una rifugiata a trovare un posto dove stare al sicuro, mettiti in contatto con noi registrandoti al link che trovi di seguito. Sarai richiamato a breve dagli attivisti di Refugees Welcome Italia: ti aiuteranno a capire come procedere e risponderanno a tutti i tuoi dubbi e alle tue domande.
Apri anche tu la porta di casa ad un rifugiato. Ora, più che mai, abbiamo bisogno del tuo sostegno!