Fra chiacchiere e cucina: la convivenza di Ali e Giovanna.
Come state passando il tempo in quarantena? Chiediamo in videochiamata a Giovanna ed Ali, la loro risposta è immediata e all’unisono: “cuciniamo”! “Beh in realtà Ali prepara il pane e la pizza ed io sto a guardare mentre gli do sempre una mano quando fa la pasta fresca perché quella la so fare anche io” aggiunge Giovanna. Impastare è la passione di Ali che a gennaio ha concluso un corso di panificazione con la speranza di trovare un lavoro, magari in un panificio, dopo questa emergenza sanitaria così da poter mettere in pratica tutto quello che ha imparato.
Giovanna ed Ali hanno in comune la passione per la cucina, si divertivano a preparare cene e pranzi la domenica anche prima di questo periodo di quarantena. A Giovanna piacerebbe sperimentare nuove ricette e condimenti per la pasta, Ali invece è più tradizionalista: “la pizza? rigorosamente margherita, una volta Ali si è lanciato e abbiamo preparato una napoletana, quella con le acciughe, ma è stato solo un caso” dice Giovanna ridendo.
Nonostante la differenza di età i due cercano sempre di trovare delle attività da fare insieme, oltre alla cucina, condividono l’hobby delle passeggiate in montagna. E poi parlano e si confrontano: “discutiamo molto, di politica e questioni di genere, a volte abbiamo punti di vista completamente opposti ed è naturale visto che veniamo da realtà e generazioni diverse, ma non manca mai il rispetto per il punto di vista dell’altro”, affermano entrambi. Del suo ospite, Giovanna apprezza la maturità, nonostante la giovane età, e il fatto che l’abbia aiutata ad allargare i propri orizzonti. Ali invece fa affidamento sui consigli di Giovanna: “il miglior consiglio ricevuto da lei è quello di dover pensare di più a me stesso e non preoccuparmi sempre e solo per gli altri” dice Ali.
A soli 22 anni Ali ha quella maturità di chi ne ha viste già tante. Ancora minorenne, a 14 anni, ha abbandonato il nord del Mali, all’epoca caduto in una spirale di violenza e dove, ancora oggi, persiste una situazione di conflitto a bassa intensità fra il governo centrale e le milizie islamiche di Al Qaida nel Sahel. “Quando i miliziani hanno iniziato a imporre la legge islamica e a costringere i ragazzi della zona ad unirsi alla guerriglia, ho capito che era arrivato il momento di andare via”. Da lì Ali ha iniziato il viaggio che lo ha portato prima in Algeria e poi in Libia. “Arrivato a Tripoli, ho lavorato un po’. La situazione ha iniziato a diventare pericolosa. Un giorno mi hanno fermato per strada e portato in un centro di detenzione per otto mesi. Lì funziona così, chiedono un riscatto alla tua famiglia e se non ti procuri il denaro, sei in trappola. Io purtroppo non avevo né denaro mio, né qualcuno che potesse pagare per me”, racconta con sguardo chino, mentre si accarezza alcune cicatrici che ha sul braccio.
“Ad un certo punto sono riuscito a scappare e salire su un barcone. La traversata è stata difficile, ma per fortuna una nave italiana ci ha soccorso e portato in Sicilia”. Dall’isola Ali è stato trasferito prima in un centro per minori e poi in uno per adulti.
A sentirli parlare sembrerebbe che i due si conoscano da anni ma in verità Giovanna e Ali abitano insieme solamente da un anno. In realtà la loro convivenza era destinata a durare solo poche settimane. Giovanna si era iscritta a Refugee Welcome Italia con l’intenzione di ospitare una donna ma aveva deciso di dare una mano ad Ali per un paio di settimane così da dare alle volontarie il tempo di trovare il matching perfetto per entrambi: “abito da sola e per questo motivo avevo pensato di ospitare una ragazza rifugiata ma in quel preciso momento non c’erano donne nella lista di Refugee Welcome, così quando le volontarie mi hanno raccontato la storia di Ali, un ragazzo giovanissimo che aveva urgente bisogno di una stanza a Roma perché doveva iniziare un corso di panificazione, ho pensato di lanciarmi, ero serena perché tanto sapevo che sarebbe stata una soluzione temporanea, solo per 3 massimo 4 settimane”.
Ma qualcosa è cambiato nel loro rapporto quasi da subito, ad Ali è stata presentata una famiglia che era disposta ad ospitarlo per più tempo e a Giovanna sono state fatte varie proposte ma nessuna soluzione li soddisfaceva in pieno: “non ne avevamo parlato bene tra di noi ma in realtà avevamo già preso una decisione, quella di continuare quest’avventura insieme, è stata una scelta naturale perché ci eravamo trovati bene e anche adesso a distanza di un anno tutto sembra filare liscio per fortuna”, conclude Giovanna.