Una famiglia arcobaleno per Samuel.

“Samuel ha 20 anni, viene dalla Nigeria ed è un ragazzo meraviglioso!. Questa è la prima frase che Alberto ci dice per telefono quando gli viene chiesto di descrivere il suo ospite.

Alberto e suo marito Luca incontrano Samuel per la prima volta a marzo del 2019, conoscono già da anni l’associazione Refugees Welcome Italia ma abitando in un monolocale e non avendo a disposizione una camera in più hanno dovuto per un po’ lasciare nel cassetto il desiderio comune di accogliere un ragazzo rifugiato. Finalmente ad inizio 2019 acquistano una casa, un po’ più grande della precedente, e capiscono che quello era il momento giusto per proporsi come famiglia ospitante. La mancata esperienza di una genitorialità, il desiderio di un impegno concreto in linea con le scelte fatte nella loro vita personale, contro il pregiudizio e i luoghi comuni, li muovono ad aprire la loro vita e la loro casa a Samuel. Certo le paure prima di iniziare il percorso sono state tante, per esempio dice Alberto “avevamo paura di non trovare qualcuno che accettasse in pieno la nostra omosessualità, avevamo inoltre sentito alcune leggende metropolitane sui nigeriani che ci hanno messo un po’ di paura ma eravamo davvero determinati a superare questo timore e a non lasciarci condizionare”. Paure che sono comunque subito scomparse non appena hanno visto Samuel che gli ha subito confidato di essersi iscritto al sito perché cercava il calore di una famiglia. Samuel ha perso la sua in Nigeria e la scelta di entrare nel progetto non è stata dettata dal mero bisogno economico ma dal desiderio di integrarsi, di stringere legami affettivi.

“Le prime settimane di convivenza sono state delle settimane strane” confida Luca, “ci sentivamo impacciati, avevamo paura di sbagliare, cercavamo di essere prudenti, ci chiedevamo continuamente quale fosse il modo più giusto di relazionarci con lui. Non avendo figli temevamo di essere troppo apprensivi. Ma allo stesso tempo volevamo offrirgli il nostro affetto. E poi c’era la vita in tre. Non eravamo abituati a condividere i nostri spazi con nessuno. Poi, gradualmente, ci siamo sciolti e rasserenati, il dialogo ha iniziato ad aprirsi, tutto è diventato più semplice e più spontaneo”.

Luca ricorda un giorno in cui, dovendo cambiare una lampadina, sale su una sedia e Samuel gli si avvicina tenendolo per le gambe per assicurarsi che non cadesse. “In quel momento ho capito quanto ci tenesse a me” racconta.

Samuel già al momento dell’inizio della convivenza lavorava come magazziniere, “eravamo così felici e fieri del suo impegno nel lavoro, però cerchiamo anche di supportare la sua voglia di continuare gli studi” racconta Alberto.

Alberto e Luca riconoscono in lui una cultura ampia, una mentalità aperta e un atteggiamento protettivo nei loro confronti rispetto a chi può all’esterno avere pregiudizi sulla loro unione. “Samuel legge, si confronta con noi, e la sera, quando torna dopo una giornata di lavoro, trova anche il tempo per studiare l’italiano”.

La loro routine quotidiana è simile a quella di tante altre famiglie, durante il giorno lavorano ed è la sera che si ritrovano tutti e tre a cena e a guardare poi un film insieme o a studiare l’italiano. La domenica sono tutti a casa, Luca ci confida che, “da quando c’è lui, abbiamo ripreso a frequentare la Chiesa Valdese visto che lui ce lo chiede spesso. E poi a pranzo da una delle nonne, le nostre madri, la sua rassicurante famiglia allargata”.

In queste settimane di emergenza sanitaria, la loro quotidianità non è cambiata molto, perché Samuel sta continuando a lavorare. Però adesso da contratto gli spetta un giorno libero che utilizzano per prepararsi al meglio all’inizio della scuola a settembre, “abbiamo effettuato l’iscrizione ad un istituto professionale prima dell’arrivo di questo virus e stiamo cogliendo l’occasione per rafforzare la lingua e le altre materie” racconta Alberto.  Se la loro quotidianità resta immutata nonostante la “chiusura forzata” cambiano però i loro progetti di viaggi estivi. Pensavano infatti di andare a visitare l’isola di Vulcano a giugno ospiti di alcuni amici e dopo a Roma. Ma per il momento possono solo dire che è tutto rinviato.

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