Francesco e Claudia da due mesi e mezzo sono i genitori di Sierra. Vivono a Bari con il cane Beira, e ora in casa sono arrivate altre due persone: Elena Hanna. Sono due musiciste ucraine di circa 40 anni, la prima suona il flauto e la seconda l’oboe nelle orchestre dei teatri delle rispettive città di provenienza, Odessa e Dnipro. Sono state costrette a lasciare l’Ucraina a causa della guerra, e una giovane famiglia di Bari ha aperto loro le braccia. Francesco ha 34 anni, è medico specialista in Malattie infettive e ricercatore dell’Università degli studi di Bari, sua moglie Claudia di anni ne ha 31 ed è medico specialista in Sanità pubblica, dirigente per il ministero della Salute. Sono abituati a spostarsi spesso per lavoro, ma il tempo per accogliere due sconosciute l’hanno trovato.

L’incontro con Elena e Hanna è stato reso possibile grazie alla sede locale di Refugees Welcome e al progetto avviato con il Comune di Bari per creare un albo delle famiglie accoglienti per l’emergenza Ucraina. “Conoscevamo Refugees Welcome e avevamo già avviato in passato il percorso per dare ospitalità – spiega Di Gennaro – ma la prima volta che ci hanno chiamato eravamo a Roma per il parto e la nascita di Sierra”. Già, la famiglia viveva lì, poi si era spostata a Bari perché Francesco aveva vinto un concorso universitario, e la moglie a Bari aveva scoperto di aspettare un bambino. Il caso ha voluto che quando è iniziata la guerra in Ucraina la coppia si trovasse a Bari, e quindi si è resa di nuovo disponibile all’accoglienza. Ed è così che sono arrivate le due musiciste, circa dieci giorni fa, le quali intanto sono entrate in forze nell’Orchestra metropolitana di Bari e tengono concerti durante il weekend, oltre a prove continue nella settimana.

Aprire le porte di casa è la cosa più normale del mondo. Vale per tutti: per chi fugge dall’Ucraina, dall’Africa o da qualsiasi parte del mondo, per il collega di lavoro che vive un momento di difficoltà o l’abitante dello stesso condominio.
Francesco

“Siamo andate a sentirle, sono molto brave – dice Francesco  – Sappiamo che il nostro gesto non mette fine a una guerra, ma proviamo in piccolo almeno ad lenire il dolore di queste persone, ci fa sentire meglio”. Fra di loro comunicano in inglese e tramite i traduttori ucraini, le due musiciste stanno anche imparando l’italiano. Hanno lasciato le loro famiglie in Ucraina, parlano poco della guerra ma sono in costante contatto con parenti e amici: “Sono persone molto care, a volte suonano anche in casa ed è bello anche per la bimba. Adesso Sierra ha due zie musiciste, e il cane dal canto suo ha il doppio delle carezze”. Il piccolo gesto di Francesco, Claudia e di Sierra ha un potere e un significato enormi: “Aprire le porte di casa è la cosa più normale del mondo, lo facevano i nostri nonni e l’abbiamo dimenticato – riflette Francesco – Sentire il dolore degli altri e aiutarli fa parte di noi. E vale per tutti: per chi fugge dall’Ucraina o da altre parti del mondo, per collega di lavoro che vive un momento di difficoltà o l’abitante dello stesso condominio. Il problema è che oggi c’è tanto egocentrismo culturale, crediamo che i nostri problemi sono i più grandi, e invece abbiamo tutti bisogno di ridimensionarci e fare un piccolo sforzo per immedesimarci nelle vite degli altri”. I Di Gennaro – Marotta l’hanno fatto, e sono contenti: “Anche se stiamo spesso fuori non abbiamo alcun problema a lasciare casa agli estranei”. Anche perché Elena e Hanna non lo sono più: resteranno a Bari fino a giugno, perché finirà il percorso con l’orchestra, “ma noi siamo sempre disponibili e possono restare per tutto il tempo di cui hanno bisogno. Quello che si riceve è sempre di più di quello che si dà. Noi diamo solo una stanza, e in cambio abbiamo un bellissimo scambio culturale”.

Credit: La Repubblica – Bari

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