Quella siriana è stata definita una delle più gravi crisi umanitarie del dopoguerra: quasi la metà dell’intera popolazione è stata costretta ad abbandonare le proprie case e fuggire per salvarsi la vita. Il numero dei rifugiati ha superato i 5 milioni.
“Sembra un’affermazione esagerata, ma la nostra vita è molto più bella, più ricca da quando c’è Anas”, racconta Maria Cristina. Abbiamo imparato tante cose e in verità è lui che ha aiutato noi, e non viceversa. Studiare, mangiare, parlare con lui è per noi una vera scuola, ogni volta sempre più sorprendente. La sua forza è riuscire a conciliare la sua tragedia interiore con un atteggiamento di straordinario affetto verso persone e cose”.
“Ora vivo nella casa di una coppia italiana, Maria Cristina e Luca, a cui voglio già molto bene”, ci dice Anas. “La mia stima nei loro confronti deriva dal fatto che non mi hanno mai considerato un estraneo, anzi. Facciamo tante cose insieme, non mancano mai la gentilezza reciproca, l’affetto e l’amicizia. I loro sguardi, il loro interesse nei miei confronti mi hanno fatto ritornare alla vita”.