
Vogliamo promuovere un cambiamento culturale e un nuovo modello di accoglienza: crediamo che l’ospitalità in famiglia sia il modo migliore per facilitare l’inclusione sociale dei rifugiati nel nostro Paese e per combattere pregiudizi e paure.
L’accoglienza in famiglia può essere, per il rifugiato, un momento decisivo del percorso verso la piena autonomia: vivere con delle persone del luogo è il modo migliore per entrare a far parte di una comunità e conoscere più velocemente il contesto sociale e culturale del Paese ospitante. Il rifugiato potrà creare più facilmente una rete di rapporti sociali, migliorare la conoscenza della lingua, riattivare risorse umane e professionali, investire in un proprio progetto di vita: riprendere a studiare, trovare un lavoro, frequentare un corso di formazione professionale. L’accoglienza in famiglia favorisce l’espressione delle potenzialità personali, la partecipazione e il raggiungimento del benessere.
Promuoviamo un modello di accoglienza che, proprio perché basato sullo scambio, l’incontro e la conoscenza reciproca fra rifugiati e cittadini italiani, può contribuire a combattere pregiudizi, discriminazioni e luoghi comuni. L’accoglienza in famiglia fa bene a tutti: non solo ai rifugiati, ma anche ai cittadini che decidono di aprire le porte della propria casa. Chi ospita in casa un rifugiato ha l’opportunità di conoscere una nuova cultura, aiutare una persona a costruire un progetto di vita nel nostro Paese, diventare un cittadino più consapevole e attivo, creare nuovi legami.
Uno dei momenti più critici del percorso di inclusione è quello in cui la persona, una volta ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione, deve lasciare il sistema di accoglienza, senza aver però sviluppato una adeguata rete sociale di sostegno, né tanto meno completato un percorso di inserimento nel mercato del lavoro o aver trovato una sistemazione adeguata in cui vivere Per questo motivo, Refugees Welcome Italia offre ospitalità a coloro che, ottenuto lo status di rifugiato o altra forma di protezione, sono in uscita dai centri di accoglienza, ma non sono ancora pienamente indipendenti e rischiano di trovarsi in una dimensione di marginalità che può compromettere i primi passi compiuti per inserirsi nel nostro Paese. Fra questi, i più vulnerabili sono i neo maggiorenni. Si tratta di ragazzi stranieri arrivati in Italia da minorenni, soli, senza famiglia al seguito. Generalmente vengono accolti in centri dedicati, dove iniziano un percorso di integrazione che rischia di essere bruscamente interrotto al compimento della maggiore età, quando sono costretti a lasciare queste strutture per andare nei centri per adulti.
Il nostro lavoro inizia da questo sito – al quale possono iscriversi tutti coloro che desiderano aprire le porte della propria casa – e prosegue sul campo grazie all’impegno di un team di professionisti altamente qualificati, che si occupano di trovare il miglior abbinamento possibile tra le persone disposte ad ospitare ed i rifugiati, sulla base delle necessità e delle caratteristiche di entrambi.
Abbiamo elaborato una metodologia di lavoro rigorosa e puntuale, che viene perfezionata costantemente grazie al confronto con tutti gli attori coinvolti: famiglie, rifugiati, facilitatori, operatori delle associazioni con cui collaboriamo in tutta Italia. Il processo si fonda su una serie di passaggi che vanno dall’iscrizione sulla piattaforma alla conclusione della convivenza: tutto l’iter è seguito, monitorato e facilitato dai nostri team territoriali.
Le persone che decidono di aprire le porte della loro casa per ospitare un rifugiato sono il cuore della nuova cultura di accoglienza che vogliamo costruire!
Le “famiglie” possono essere coppie con o senza figli, singoli cittadini, coinquilini, pensionati. Svolgono un ruolo di mentore naturale: accolgono nella propria casa il rifugiato, lo incoraggiano a riattivare le proprie risorse e potenzialità, lo sostengono emotivamente nel percorso di inserimento nel nostro Paese, lo aiutano a rafforzare la propria rete di relazioni.
Chi ospita in casa un rifugiato ha l’opportunità di conoscere una nuova cultura, aiutare una persona a costruire un progetto di vita nel nostro Paese, diventare un cittadino più consapevole e attivo, attivare nuovi legami. Cerchiamo persone che condividano i nostri valori e che siano disponibili a sostenere per almeno 6 mesi un rifugiato nel suo percorso verso l’indipendenza.
I rifugiati sono persone giovani, di età compresa fra i 18 e i 35 anni, che hanno ottenuto un permesso di soggiorno, ma non hanno ancora la possibilità di andare a vivere da soli. Il periodo della convivenza è un momento fondamentale per diventare indipendenti. Con il nostro supporto, definiscono il loro progetto personale verso l’autonomia: riprendere a studiare, trovare un lavoro, frequentare un corso di formazione professionale.
Noi seguiamo tutte le fasi del percorso: sia prima che durante la convivenza, restiamo costantemente in contatto con la famiglia e il rifugiato. Valutiamo l’andamento dell’ospitalità in generale e, più in dettaglio, i progressi che il rifugiato compie rispetto al suo progetto individuale.
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